Nato a Chieti il 2 settembre 1944 si trasferisce presto nella capitale. Qui si dedica alla pittura, con incursioni nelle arti applicate, fino alle soglie dell’architettura.
Allievo Ufficiale sulla nave “Leonardo da Vinci”, nel 1966 aveva navigato a lungo le coste americane dell’Atlantico e del Pacifico. Questo viaggio contribuirà in maniera preponderante alla sua formazione.
Qui il sogno non solo prenderà forma, ma sarà sacralizzato dall’incontro con Andy Warhol, eminenza della pop art o più in generale dell’arte moderna. Tale conoscenza risulterà fatidica per l’accostamento dell’artista teatino alla serigrafia, uno studio che lo impegnerà per anni, assicurandogli attestazioni di stima notevoli, che si sarebbero tradotte nell’invito presso il Padiglione Sperimentale alla Biennale di Venezia.
A New York ha frequentato Frank Stella ed altri importanti esponenti dell’arte minimalista e di quella astratta, una esperienza che ha segnato il suo percorso artistico.
Di ritorno in Italia, Paolo cercherà di ricreare un ambiente stimolante per aspiranti artisti e artisti affermati che desiderino confrontarsi con nuove idee.
Nel 1968 il suo primo studio vicino al Pantheon era diventato un luogo d’incontro di studenti ed artisti. Proprio lì nascerà l’idea della scenografia psichedelica, che sul finire degli anni sessanta costituirà un emblema caratteristico di uno dei locali più famosi della cultura italiana, il Piper. La moda del momento segue un flusso inarrestabile e così D’Orazio e le sue scenografie sono fortemente richieste da altri locali topici della capitale.
Nel 1969 Giuseppe Ungaretti scrisse una poesia per un libro ideato ed illustrato da Paolo D’Orazio, “Ellade ’70”.
Nel 1970 era stato al “Padiglione Sperimentale” della Biennale di Venezia per la sua ricerca nel campo serigrafico ma poi ha abbandonato temporaneamente la serigrafia in cerca di nuovi stimoli. Decide di rendere ancora più concreta la sperimentazione della materia adoperata anni prima nello studio della serigrafia e di tradurla nella tecnica decorativa del mosaico (studierà quest’arte presso lo studio dei Maestri Signorini). Paolo approfondisce tale materia, studiando la struttura molecolare del classico mosaico fino a renderlo un vero e proprio bassorilievo. In questo campo diventerà un vero e proprio pioniere, tanto che molti altri riprenderanno la medesima procedura.
Nel 1975 partecipa alla prima Biennale del Mosaico di Ravenna, ricevendo un premio per la sua produzione artistica.
Nel 1978 è nominato professore di tecniche pittoriche all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, con un corso sul mosaico. Nel corso degli anni successivi ha avuto diversi incarichi e direzione di progetti.
Nel 1980 disegna per Ennio Morricone la copertina del disco “Lettere dal carcere”.
Nel 1984 realizza la sua prima mostra in Germania, a Bonn, alla galleria Apicella.
Nel 1986 è invitato alla XI Quadriennale di Roma.
Esegue in mosaico “la via Crucis” per la chiesa “St Michael” di Waldbrol (Germania).
La lavorazione del vetro lo affascinerà a tal punto da intraprendere nei primi anni Novanta una ricerca accurata nel campo della vetrofusione, dedicandosi alla realizzazione di vetrate.
Nel 1990 scrive con Martino Branca e Gianfranco Moltedo il manifesto “La politica come luogo di interazione di pensieri artistici, scientifici e filosofici”.
Negli anni ’90 fonda, insieme a Lucilla Caporilli Ferro, artista e storica compagna, la “Liart”, un’associazione di artisti, con sede in una casina seicentesca nel cuore di Villa Borghese, che ha contribuito alla vita artistica e culturale della capitale, realizzando molteplici esposizioni ed edizioni.
Nel 1996 è coordinatore e vice direttore Artistico del Progetto Arte Metro Roma, assieme alla zio Piero Dorazio. Con tale progetto vengono realizzati da parte di numerosi artisti italiani e stranieri dei mosaici nelle stazioni della metro A della capitale. L’opera di Paolo è stata installata presso la stazione metro A di Piazza del Popolo – Piazzale Flaminio.
Nei primi anni 90, la fondazione bancaria CARIPE gli commissiona opere d’arredo e sculture in cristallo per la sede istituzionale di Pescara.
Nel 1997, viene incaricato di eseguire i lavori di arredo presso la chiesa di Santo Stefano ad Anversa degli Abruzzi. Lo stesso anno realizza un’imponente scultura a Civitanova.
Nel 1998 viene nominato professore di decorazione all’Accademia di Belle Arti di Lecce e dal 1999 in quella di Bari.
Dal 2000, per diversi anni, è stato docente di decorazione presso l’Accademia RUFA di Roma, contribuendo alla creazione dei corsi di design e graphic design.
Dal 2007 diventa titolare della cattedra di decorazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
L’artista è stato molto attivo sulla scena artistica italiana, optando per una pittura razionale ed emotiva, “lirica”, immergendosi nell’astrattismo italiano degli ultimi cinquant’anni, dialogando con la pittura dello zio Piero Dorazio, dal quale venne introdotto giovanissimo nel mondo dell’arte.
Nel corso della sua vita ha esposto in numerose Gallerie pubbliche e private, in Italia ed all’estero.
Negli ultimi anni aveva deciso di diffondere le sue idee, le opere proprie e quelle di artisti storici e di nuova generazione, affini per cultura e pensiero creativo, aprendo una galleria in via Margutta a Roma.
Paolo D’Orazio è morto a Roma (RM), il 5 novembre 2022 all’età di 78 anni.
(alcune informazioni sono state tratte dalla tesi di Cristina Cannistraci “La vita artistica di Paolo D’Orazio”, a.a. 2022-2023, RUFA)
Nato a Chieti il 2 settembre 1944 si trasferisce presto nella capitale. Qui si dedica alla pittura, con incursioni nelle arti applicate, fino alle soglie dell’architettura.
Allievo Ufficiale sulla nave “Leonardo da Vinci”, nel 1966 aveva navigato a lungo le coste americane dell’Atlantico e del Pacifico. Questo viaggio contribuirà in maniera preponderante alla sua formazione.
Qui il sogno non solo prenderà forma, ma sarà sacralizzato dall’incontro con Andy Warhol, eminenza della pop art o più in generale dell’arte moderna. Tale conoscenza risulterà fatidica per l’accostamento dell’artista teatino alla serigrafia, uno studio che lo impegnerà per anni, assicurandogli attestazioni di stima notevoli, che si sarebbero tradotte nell’invito presso il Padiglione Sperimentale alla Biennale di Venezia.
A New York ha frequentato Frank Stella ed altri importanti esponenti dell’arte minimalista e di quella astratta, una esperienza che ha segnato il suo percorso artistico.
Di ritorno in Italia, Paolo cercherà di ricreare un ambiente stimolante per aspiranti artisti e artisti affermati che desiderino confrontarsi con nuove idee.
Nel 1968 il suo primo studio vicino al Pantheon era diventato un luogo d’incontro di studenti ed artisti. Proprio lì nascerà l’idea della scenografia psichedelica, che sul finire degli anni sessanta costituirà un emblema caratteristico di uno dei locali più famosi della cultura italiana, il Piper. La moda del momento segue un flusso inarrestabile e così D’Orazio e le sue scenografie sono fortemente richieste da altri locali topici della capitale.
Nel 1969 Giuseppe Ungaretti scrisse una poesia per un libro ideato ed illustrato da Paolo D’Orazio, “Ellade ’70”.
Nel 1970 era stato al “Padiglione Sperimentale” della Biennale di Venezia per la sua ricerca nel campo serigrafico ma poi ha abbandonato temporaneamente la serigrafia in cerca di nuovi stimoli. Decide di rendere ancora più concreta la sperimentazione della materia adoperata anni prima nello studio della serigrafia e di tradurla nella tecnica decorativa del mosaico (studierà quest’arte presso lo studio dei Maestri Signorini). Paolo approfondisce tale materia, studiando la struttura molecolare del classico mosaico fino a renderlo un vero e proprio bassorilievo. In questo campo diventerà un vero e proprio pioniere, tanto che molti altri riprenderanno la medesima procedura.
Nel 1975 partecipa alla prima Biennale del Mosaico di Ravenna, ricevendo un premio per la sua produzione artistica.
Nel 1978 è nominato professore di tecniche pittoriche all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, con un corso sul mosaico. Nel corso degli anni successivi ha avuto diversi incarichi e direzione di progetti.
Nel 1980 disegna per Ennio Morricone la copertina del disco “Lettere dal carcere”.
Nel 1984 realizza la sua prima mostra in Germania, a Bonn, alla galleria Apicella.
Nel 1986 è invitato alla XI Quadriennale di Roma.
Esegue in mosaico “la via Crucis” per la chiesa “St Michael” di Waldbrol (Germania).
La lavorazione del vetro lo affascinerà a tal punto da intraprendere nei primi anni Novanta una ricerca accurata nel campo della vetrofusione, dedicandosi alla realizzazione di vetrate.
Nel 1990 scrive con Martino Branca e Gianfranco Moltedo il manifesto “La politica come luogo di interazione di pensieri artistici, scientifici e filosofici”.
Negli anni ’90 fonda, insieme a Lucilla Caporilli Ferro, artista e storica compagna, la “Liart”, un’associazione di artisti, con sede in una casina seicentesca nel cuore di Villa Borghese, che ha contribuito alla vita artistica e culturale della capitale, realizzando molteplici esposizioni ed edizioni.
Nel 1996 è coordinatore e vice direttore Artistico del Progetto Arte Metro Roma, assieme alla zio Piero Dorazio. Con tale progetto vengono realizzati da parte di numerosi artisti italiani e stranieri dei mosaici nelle stazioni della metro A della capitale. L’opera di Paolo è stata installata presso la stazione metro A di Piazza del Popolo – Piazzale Flaminio.
Nei primi anni 90, la fondazione bancaria CARIPE gli commissiona opere d’arredo e sculture in cristallo per la sede istituzionale di Pescara.
Nel 1997, viene incaricato di eseguire i lavori di arredo presso la chiesa di Santo Stefano ad Anversa degli Abruzzi. Lo stesso anno realizza un’imponente scultura a Civitanova.
Nel 1998 viene nominato professore di decorazione all’Accademia di Belle Arti di Lecce e dal 1999 in quella di Bari.
Dal 2000, per diversi anni, è stato docente di decorazione presso l’Accademia RUFA di Roma, contribuendo alla creazione dei corsi di design e graphic design.
Dal 2007 diventa titolare della cattedra di decorazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
L’artista è stato molto attivo sulla scena artistica italiana, optando per una pittura razionale ed emotiva, “lirica”, immergendosi nell’astrattismo italiano degli ultimi cinquant’anni, dialogando con la pittura dello zio Piero Dorazio, dal quale venne introdotto giovanissimo nel mondo dell’arte.
Nel corso della sua vita ha esposto in numerose Gallerie pubbliche e private, in Italia ed all’estero.
Negli ultimi anni aveva deciso di diffondere le sue idee, le opere proprie e quelle di artisti storici e di nuova generazione, affini per cultura e pensiero creativo, aprendo una galleria in via Margutta a Roma.
Paolo D’Orazio è morto a Roma (RM), il 5 novembre 2022 all’età di 78 anni.
(alcune informazioni sono state tratte dalla tesi di Cristina Cannistraci “La vita artistica di Paolo D’Orazio”, a.a. 2022-2023, RUFA)
Nel 1997, viene incaricato di eseguire i lavori di arredo presso la chiesa di Santo Stefano ad Anversa degli Abruzzi. Lo stesso anno realizza un’imponente scultura a Civitanova.
Nel 1998 viene nominato professore di decorazione all’Accademia di Belle Arti di Lecce e dal 1999 in quella di Bari.
Dal 2000, per diversi anni, è stato docente di decorazione presso l’Accademia RUFA di Roma, contribuendo alla creazione dei corsi di design e graphic design.
Dal 2007 diventa titolare della cattedra di decorazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
L’artista è stato molto attivo sulla scena artistica italiana, optando per una pittura razionale ed emotiva, “lirica”, immergendosi nell’astrattismo italiano degli ultimi cinquant’anni, dialogando con la pittura dello zio Piero Dorazio, dal quale venne introdotto giovanissimo nel mondo dell’arte.
Nel corso della sua vita ha esposto in numerose Gallerie pubbliche e private, in Italia ed all’estero.
Negli ultimi anni aveva deciso di diffondere le sue idee, le opere proprie e quelle di artisti storici e di nuova generazione, affini per cultura e pensiero creativo, aprendo una galleria in via Margutta a Roma.
Paolo D’Orazio è morto a Roma (RM), il 5 novembre 2022 all’età di 78 anni.
(alcune informazioni sono state tratte dalla tesi di Cristina Cannistraci “La vita artistica di Paolo D’Orazio”, a.a. 2022-2023, RUFA)
Nato a Chieti il 2 settembre 1944 si trasferisce presto nella capitale. Qui si dedica alla pittura, con incursioni nelle arti applicate, fino alle soglie dell’architettura.
Allievo Ufficiale sulla nave “Leonardo da Vinci”, nel 1966 aveva navigato a lungo le coste americane dell’Atlantico e del Pacifico. Questo viaggio contribuirà in maniera preponderante alla sua formazione.
Qui il sogno non solo prenderà forma, ma sarà sacralizzato dall’incontro con Andy Warhol, eminenza della pop art o più in generale dell’arte moderna. Tale conoscenza risulterà fatidica per l’accostamento dell’artista teatino alla serigrafia, uno studio che lo impegnerà per anni, assicurandogli attestazioni di stima notevoli, che si sarebbero tradotte nell’invito presso il Padiglione Sperimentale alla Biennale di Venezia.
A New York ha frequentato Frank Stella ed altri importanti esponenti dell’arte minimalista e di quella astratta, una esperienza che ha segnato il suo percorso artistico.
Di ritorno in Italia, Paolo cercherà di ricreare un ambiente stimolante per aspiranti artisti e artisti affermati che desiderino confrontarsi con nuove idee.
Nel 1968 il suo primo studio vicino al Pantheon era diventato un luogo d’incontro di studenti ed artisti. Proprio lì nascerà l’idea della scenografia psichedelica, che sul finire degli anni sessanta costituirà un emblema caratteristico di uno dei locali più famosi della cultura italiana, il Piper. La moda del momento segue un flusso inarrestabile e così D’Orazio e le sue scenografie sono fortemente richieste da altri locali topici della capitale.
Nel 1969 Giuseppe Ungaretti scrisse una poesia per un libro ideato ed illustrato da Paolo D’Orazio, “Ellade ’70”.
Nel 1970 era stato al “Padiglione Sperimentale” della Biennale di Venezia per la sua ricerca nel campo serigrafico ma poi ha abbandonato temporaneamente la serigrafia in cerca di nuovi stimoli. Decide di rendere ancora più concreta la sperimentazione della materia adoperata anni prima nello studio della serigrafia e di tradurla nella tecnica decorativa del mosaico (studierà quest’arte presso lo studio dei Maestri Signorini). Paolo approfondisce tale materia, studiando la struttura molecolare del classico mosaico fino a renderlo un vero e proprio bassorilievo. In questo campo diventerà un vero e proprio pioniere, tanto che molti altri riprenderanno la medesima procedura.
Nel 1975 partecipa alla prima Biennale del Mosaico di Ravenna, ricevendo un premio per la sua produzione artistica.
Nel 1978 è nominato professore di tecniche pittoriche all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, con un corso sul mosaico. Nel corso degli anni successivi ha avuto diversi incarichi e direzione di progetti.
Nel 1980 disegna per Ennio Morricone la copertina del disco “Lettere dal carcere”.
Nel 1984 realizza la sua prima mostra in Germania, a Bonn, alla galleria Apicella.
Nel 1986 è invitato alla XI Quadriennale di Roma.
Esegue in mosaico “la via Crucis” per la chiesa “St Michael” di Waldbrol (Germania).
La lavorazione del vetro lo affascinerà a tal punto da intraprendere nei primi anni Novanta una ricerca accurata nel campo della vetrofusione, dedicandosi alla realizzazione di vetrate.
Nel 1990 scrive con Martino Branca e Gianfranco Moltedo il manifesto “La politica come luogo di interazione di pensieri artistici, scientifici e filosofici”.
Negli anni ’90 fonda, insieme a Lucilla Caporilli Ferro, artista e storica compagna, la “Liart”, un’associazione di artisti, con sede in una casina seicentesca nel cuore di Villa Borghese, che ha contribuito alla vita artistica e culturale della capitale, realizzando molteplici esposizioni ed edizioni.
Nel 1996 è coordinatore e vice direttore Artistico del Progetto Arte Metro Roma, assieme alla zio Piero Dorazio. Con tale progetto vengono realizzati da parte di numerosi artisti italiani e stranieri dei mosaici nelle stazioni della metro A della capitale. L’opera di Paolo è stata installata presso la stazione metro A di Piazza del Popolo – Piazzale Flaminio.
Nei primi anni 90, la fondazione bancaria CARIPE gli commissiona opere d’arredo e sculture in cristallo per la sede istituzionale di Pescara.
Nel 1997, viene incaricato di eseguire i lavori di arredo presso la chiesa di Santo Stefano ad Anversa degli Abruzzi. Lo stesso anno realizza un’imponente scultura a Civitanova.
Nel 1998 viene nominato professore di decorazione all’Accademia di Belle Arti di Lecce e dal 1999 in quella di Bari.
Dal 2000, per diversi anni, è stato docente di decorazione presso l’Accademia RUFA di Roma, contribuendo alla creazione dei corsi di design e graphic design.
Dal 2007 diventa titolare della cattedra di decorazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
L’artista è stato molto attivo sulla scena artistica italiana, optando per una pittura razionale ed emotiva, “lirica”, immergendosi nell’astrattismo italiano degli ultimi cinquant’anni, dialogando con la pittura dello zio Piero Dorazio, dal quale venne introdotto giovanissimo nel mondo dell’arte.
Nel corso della sua vita ha esposto in numerose Gallerie pubbliche e private, in Italia ed all’estero.
Negli ultimi anni aveva deciso di diffondere le sue idee, le opere proprie e quelle di artisti storici e di nuova generazione, affini per cultura e pensiero creativo, aprendo una galleria in via Margutta a Roma.
Paolo D’Orazio è morto a Roma (RM), il 5 novembre 2022 all’età di 78 anni.
(alcune informazioni sono state tratte dalla tesi di Cristina Cannistraci “La vita artistica di Paolo D’Orazio”, a.a. 2022-2023, RUFA)